
© 2006, Edizioni San Clemente
SALZANO
ITALIA, 1517
A Salzano accadde un fatto
straordinario nel 1517. Un
prete fu chiamato d’urgenza
per portare il Viatico ad un
infermo in pericolo di morte.
La stagione e l’ora non erano
adatte per fare una processione
e così il sacerdote dovette
contentarsi di un solo chierichetto.
Giunti nei prati circostanti il
fiume Muson, alcuni asini che
stavano pascolando s’indirizzarono
verso il pio convoglio e, giunti
presso il sacerdote, piegarono
le ginocchia e poi seguirono il
SS. Sacramento fino alla casa
dell’infermo, rinnovando la
genuflessione; e quindi, sempre
con il sacerdote ritornarono
indietro fermandosi al pascolo.
uando S. Ignazio di Loyola e i
suoi compagni, nel 1536
sostarono a Venezia e nelle città
vicine in attesa della partenza per
la Terra Santa, passarono alcuni
giorni presso il Castello vescovile di Stigliano
ed ebbero così modo di venire a conoscenza e
controllare di persona il Prodigio che fu
descritto in uno scritto dal gesuita Servo di
Dio, Simone Rodriguez. Qui si narra di come
un certo «Prete di nome Lorenzo, fu chiamato
d’urgenza per amministrare il Santo Viatico sui
confini occidentali della pieve tra Zeminiana e
Briana a un malato moribondo. La stagione e
l’ora non erano adatte per una processione
sicché il sacerdote dovette contentarsi di un
solo chierichetto. Giunti nei prati circostanti il
fiume Muson, detto volgarmente Cime, alcuni
asini pascolanti s’indirizzarono verso il pio
convoglio e, giunti presso il sacerdote,
piegarono le ginocchia e poi seguirono il
Viatico fino alla casa dell’infermo, rinnovando
la genuflessione; e quindi, sempre con Prete
Lorenzo, ritornarono fermandosi al pascolo…
La notizia è ripetuta dagli anziani ai figli, e dai
sacerdoti nei catechismi ai parrocchiani». Del
Miracolo ne parlano anche i Bollandisti, il
Gerola “Libro per tutti”, il P. Beccaro “Vicino
a Gesù”, e il P. Sanna Solaro S. I. in una stampa
dei fatti Eucaristici avvenuti in Italia.
Il prodigio fu pure riferito al
Congresso Eucaristico di Milano e si
voleva anche illustrarlo in quello di Venezia,
come dai carteggi del 1897, conservati
nell’archivio parrocchiale. Nella Storia della
Società di Gesù, di Nicolò Orlandino,
stampata a Bologna da Bartolomeo Zanetti nel
1615, di nuovo viene narrato l’episodio.
Questa storia fu scritta dal Servo di Dio
Simone Rodriguez, uomo fornito di vasta
dottrina, morto a Lisbona in odore di santità, il
15 luglio 1579. A questo documento la Curia
aggiunse anche una notizia in cui si conferma il
nome del sacerdote spettatore del Prodigio, che
servì a determinare ancor di più la data del
Miracolo. Prete Lorenzo infatti era Cappellano
della Chiesa di Salzano proprio nell’agosto del
1517; e fu convocato in curia per testimoniare
su questioni che riguardavano la parrocchia che
a quel tempo era tenuta da Don Francesco
Artuso, che fu parroco in quel luogo fino al
1550 circa. Il Prodigio in conclusione avvenne
nell’anno 1517, ed il Padre Rodriguez, che
sicuramente parlò con Don Artuso, poté
esaminare il processo verbale, redatto dalle
competenti autorità di quel tempo.
Q
Gian Maria Lepscky, affresco che rappresenta il miracolo, chiesa di San Bartolomeo.
Chiesa dedicata a San Bartolomeo,
dove si conserva l’affresco del miracolo.
Museo di S. Pio X a Salzano, dove si conservano reliquie, documenti,
ricordi ed oggetti preziosi, fra cui le bellissime pianete e le stole donate
dallo stesso Papa.